Lettera di Suor Roberta

Khulna 18 Giugno 2023

In quel tempo Gesù vedendo le folle ne sentì compassione…Strada facendo…guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi…gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 9,36).

CIAO! Come state?

Avevo deciso di dedicare un po’ di tempo per scrivere qualche notizia e proprio oggi ho trovato questo Vangelo che la liturgia ci regala. Come non approfittarne ora?! “SISTER DEN” è la frase con la quale iniziano le mie giornate ormai da circa sei mesi nei quali il mio ospedale si trova ad ospitare donne con i propri figli ed è uno spasso. “Sister den” vuol dire “sister dammi” ed è una richiesta ormai quotidiana, i bambini mi chiedono di tutto e sempre di più, è nella loro natura.

E oggi il Vangelo ci dice che gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente dobbiamo dare…spettacolo!
Quanto ho ricevuto io,quanto ricevo e non posso tenere nulla: devo dare in amore, in coccole in tenerezze!

L’ultimo dono per me è stata la presenza di una mia consorella di passaggio qui, tanto cara, a cui sono particolarmente legata con la quale ho potuto condividere la gioia della mia quotidianità. La bellezza del dono è più grande se condivisa da chi sa capire fino in fondo la qualità del gesto.

E così la gioia della piscina che ha ristorato le giornate afose, quanto ridere, quanta gioia nel buttarsi l’acqua addosso con i cuccioli che sguazzavano in piscina.

Vedere ridere di gusto queste donne che non sono abituate a divertirsi , a stare insieme, a gustare le piccole cose che qui si possono fare, anche solo mangiare un gelato la sera prima di andare a letto (anche se trovando un serpente tra di noi),la vita è dura per loro.

Modina ha 23 anni ed è sposata da 9, si da 9 anni con un uomo che è malato psichiatrico e non si fa curare e le rende la vita impossibile! E’ qui da circa 5 mesi tra un rientro a casa e l’altro nel tentativo di far ragionare il marito. Le abbiamo regalato la macchina da cucire perché possa rendersi indipendente economicamente , ma suo marito ha venduto tutto quello che aveva in casa e lei è riuscita a nascondere la macchina a casa del padre e poi farsi ricoverare ancora qui da noi.

Il marito reclama lei e i figli ma sono riuscita e tenerli qua con noi con la scusa che stanno prendendo i farmaci per la profilassi contro la TB. Il marito non si è più fatto sentire dall’ultimo ricovero e lei era serena, la scorsa settimana abbiamo fatto il nostro pomeriggio in piscina, le risate, la gioia, mi si stringe il cuore a vedere Modina che ride spensierata con noi e con i suoi figli. Finito di giocare ho mandato tutti a cambiarsi i vestiti , ci siamo ritrovati dopo una mezz’ora e tutta la gioia era stata cancellata da una telefonata del marito che dopo due mesi reclamava lei e i figli. La mia gioia ha lasciato lo spazio alla rabbia, non è possibile che le venga tolta anche quella piccola gioia che vive qua. Così il marito si è presentato il giorno dopo e voleva riportare tutti a casa, io sono riuscita ad ottenere un’altra settimana di ricovero dicendo che Modina è ancora positiva(bugia!!) e che non posso dimetterla. Non è stato facile affrontare il marito,ho dovuto alzare la voce e come medico imporre di non poterla dimettere. Ma è una settimana, una sola settimana e questo non le cambia la vita, lei dovrà tornare a vivere con questo uomo che le ha reso la vita impossibile dal giorno del matrimonio, così come mi ha detto lei stessa. Il giorno del mio compleanno mi ha detto che il giorno dopo sarebbe stato il suo anniversario di matrimonio, da nove anni la sua vita è diventata dura e la sua unica gioia sono i suoi due figli di 4 e un 1 e mezzo. Cosa posso fare? Non posso tenerla qua a vita ma posso farle sentire tutto quel bene che non ha mai ricevuto da suo marito, posso fare in modo che il nostro ospedale possa diventare un luogo di cura del cuore così come lo è per Amena e Litaz che pur essendo state dimesse ritornano una volta la settimana, il martedì mattina con i loro figli, stanno qui a pranzo e nel pomeriggio giochi insieme. Sì l’ospedale si è trasformato in una piccola scuola materna..ops forse ora non si chiama più così e allora chiamiamola come piace a me, in una SUPER CUCCIOLANDIA! Dopo il tempo del covid siamo tornate ai baci e agli abbracci, ne hanno bisogno, ne abbiamo tutti bisogno e così, sfidiamo il covid che sembra non voler mollare…speriamo in bene!

Al nostro gruppo di matti così come lo chiamo io infatti dico spesso che il nostro ospedale si è trasformato in ospedale per matti, ogni giorno ci si sveglia con urla, pianti e strilli di chi si sa esprimere ancora così per ottenere quello che vuole, ecco che si è aggiunto un nuovo cucciolo, non gli hanno dato ancora il nome e allora io lo chiamo “pondhitt” che vuol dire studioso! E figlio di Saimon, una mia paziente da tanto tempo e che sta facendo la terapia per la tubercolosi per la quinta volta ,ora si è ripresentata alla tibia. Ha avuto paura durante la gravidanza, è molto magra e fragile e al consultorio dove andava a farsi controllare le hanno detto da subito che non avrebbe potuto affrontare un parto naturale. lo l’ho portata da una ginecologa privata che ha assicurato di prendersi cura di lei e di fare di tutto per farla partorire naturalmente e al massimo avrebbe fatto lei il cesareo. Mi sono fidata. E così stavo tranquilla! Mercoledì dopo il controllo dalla ginecologa è iniziato il travaglio e così siamo andati in questa fantomatica clinica privata che si trova proprio di fronte all’ospedale governativo.

Poi ho scoperto il motivo di tale posizione!

Al momento del ricovero grande confusione e poi finalmente ci hanno detto di andare al terzo piano, senza ascensore! Ah beh l’abbiamo portata su in braccio!!Una volta entrata in camera è venuta l’ostetrica. Saimon era sdraiata sul suo letto (non parliamo delle condizioni delle lenzuola e del cuscino!) io ero seduta sul letto di fronte. Ecco che l’ostetrica si avvicina a me e dandomi una pacca sulla spalla mi dice di non avere paura che c’è lei e che il mio parto andrà bene!! Ah beh allora!! Le ho specificato che il parto non era il mio ma quello di Saimon che presentava una pancia prominente! “Ottimo inizio” mi sono detta, dopo una mezz’oretta ho deciso che sarei tornata a casa lasciandola con la suocera e la futura cognata, troppi diversi i consigli che le davano loro dai miei , così ho pensato di lasciare a loro il campo , tanto c’era l’ostetrica alla quale ho detto di chiamarmi una volta iniziato il parto. Mi hanno chiamata alla una di notte e sono andata in clinica,il parto non procedeva e Saimon continuava a supplicarmi di chiedere il cesareo. lo le ho detto che non potevo decidere non è il mio ospedale e poi subito l’infermiera che la seguiva (l’ostetrica non si vedeva) le ha detto che in quella clinica non si fanno i cesarei di notte e bisognava aspettare il mattino! Oh erano le due di notte! Poi è andata via la corrente e il generatore non è mai partito..Saimon ha dato alla “luce” il suo cucciolo con la “luce” dei nostri cellulari e con l’aria fatta dai cartoncini della pubblicità delle medicine! Una volta nato il cucciolo è finalmente arrivata l’ostetrica che stava dormendo. E la corrente dopo che l’hanno suturata. lo ero gelata, non ho aperto bocca perché se avessi parlato probabilmente sarebbe venuta giù la clinica, quella clinica che è stata messa proprio lì di fronte all’ospedale governativo perché così in caso di necessità il cesareo si sarebbe fatto lì. Magari trasportando Saimon in braccio perché non c’è nemmeno una ambulanza. Credo che non ci siano molte parole, io ho chiesto a tanti di pregare per Saimon in quella notte perché è vero, dove noi non ce la facciamo ci pensa il Signore a sistemare le cose, il parto è andato bene e ora Saimon si coccola il bambino ancora nel nostro ospedale per qualche giorno, sotto la cura attenta dei due fratellini più grandi. Sono stata al suo fianco e di questo mi ringrazia quotidianamente, sensazioni strane, la mia impotenza, il non poter decidere ma recitare in silenzio delle preghiere perché andasse tutto bene, loro sono musulmani e chiamavano spesso Allah, io ho affidato a Maria Saimon ed è andato tutto bene. Però non dimentico la sua paura, la sua continua richiesta di aiuto il suo dirmi :” Sister non ce la faccio, non sopravvivo non riesco a partorire”. lo stringevo la sua mano e pregavo, se fosse successo qualcosa di diverso, io ho scelto quella dottoressa e l’ho portata in quella clinica ne sentivo tutta la responsabilità. E’ certo che non mi vedrà più di sicuro.

Ora quello che più mi dà gioia è sentire il cucciolo che piange e vedere l’allegria di tutti, Modina che fa il turno di notte per coccolarlo perché Saimon possa dormire, ma so che ha nel cuore solo il fatto che mercoledì dovrà tornare col marito. lo non posso fare di più, non posso trattenerla ancora ma posso solo darle tutto quell’amore e la cura di cui lei ha bisogno, martedì arriveranno tutte le altre e noi andremo ad un parco giochi , dopo il pranzo tutti insieme qua nel nostro ospedale. | pazienti forse hanno perso un pochino di tranquillità ma io non mi preoccupo più di tanto, quello che resta poi alla fine è quell’amore che hanno potuto ricevere queste donne in questi mesi di condivisione di vita, perché almeno un pochino la vita possa essere più bella! Così io rimango la sister della piscina, la sister DEN, la sister che si commuove perché una mia paziente che ha superato un esame mi porta un dolce per condividere la gioia. L’amore passa, l’amore rimane e scalda il cuore…

Balsamo che non smette mai di essere condiviso, il balsamo entra nella pelle, nel corpo e lenisce, profuma e rende più belle! Il balsamo sì consuma ma lo sentiamo oggi: GRATUITAMENETE RICEVETE, GRATUITAMENETE DATE..io il balsamo lo ricevo ogni giorno dal Suo amore e dal sapere che sono
nel tuo cuore e nei tuoi pensieri e così…posso continuare a donarmi perché le loro vite possano essere più belle!

Un abbraccio e la mia preghiera sempre.

Roby

Un Piccolo Gesto,

         Un Grandissimo Dono.