Questo povero grida e il Signore lo ascolta
Khulna, 22 Giugno 2021
Carissimi amici del Centro Missionario Diocesano,
un caro saluto come sempre dal Bangladesh. Spero di trovarvi in buona salute e pronti per le prossime vacanze’, finalmente un po’ libere da quello che posso sentire da qui.
Per prima cosa un grazie perchè siete tutti sempre pronti a donare energia e amore per il nostro servizio missionario per gli ultimi.
Vi ricordo che siete sempre presenti nel nostro cuore e nelle nostre preghiere.
Lo scorso anno per noi e’ stato speciale, ha visto la mia assenza dal Bangladesh per ragioni forzate, il Covid,e sono potuta rientrare a casa solo a Febbraio dopo più di un anno di assenza. Così il lavoro si e’ un po’ ridotto in quel periodo ,ma dopo il mio ritorno ho cercato di riorganizzare in modo da poter riprendere la nostra attività, anche se non a pieno ritmo.
Da un anno e mezzo circa si sta vivendo in tutto il mondo la pandemia del Covid 19 e in momenti diversi e modi diversi le situazioni cambiano da un Paese all’altro.
Qui in Bangladesh si e’ vissuta di sicuro lo scorso anno un primo iniziale momento di paura che ha portato alla completa chiusura del Paese con un lockdown forzato e si e’ visto che i casi erano tenuti sotto controllo. Bisogna tener presente che la condizione del Paese e’ sicuramente diversa da quella dei Paesi occidentali ,sia per quanto riguarda la condizione di gravità della malattia che le possibilità di accesso agli esami per il controllo dell’infezione. L’accesso ai tamponi è ben ridotto così come non si può parlare di esame sierologico, quindi non possiamo stimare quanta percentuale della popolazione abbia realmente accesso al tampone.
Credo quindi che i numeri siano molto sottostimati. Ecco quello che si trova:
850000 casi in tutto il Bangladesh con 14000 morti .
Ad oggi la situazione ha visto un numero elevato di infetti e di morti nelle grandi città, a Dhaka per esempio con circa la meta’ dei casi di infettati e di morti del Paese stesso .
Ora con il vaccino si sono ridotti i numeri in capitale e si sono in qualche modo capovolti.
In questo momento stiamo vivendo in attesa di vedere che cosa viene dall’India, quelle zone vicino alle frontiere stanno diventando zone calde e quindi vediamo una inversione del numero dei contagiati e dei morti rispetto a prima. Molti di più i casi ora nelle zone adiacenti ai confini con India, notevolmente ridotti nelle grandi città.
L’esperienza quotidiana mi dice che la gente ha relativamente compreso la gravità della situazione, molte persone girano ancora senza mascherina o con la mascherina sotto il mento, in un Paese come questo non si può molto parlare di distanziamento e sanificazione. E le conseguenze sono che di sicuro c’e’ un numero importante di casi che però a volte vengono misconosciuti.
Le persone poi che risultano contagiate tante volte non lo dicono ai contatti e non rivelano la loro positività, alcuni decidono di isolarsi, altri conducono vite assolutamente normali. Credo che lo stigma sia molto alto quindi difficile far comprendere la gravità della situazione nonostante sia più di un anno che si parli di Covid 19.
La povertà è anche questa, difficile far comprendere che di covid si muore ,quando se in fondo una persona che lavora alla giornata ha di fronte a sè il rischio di morire di fame se a causa del lockdown non può lavorare.
Non riesco a valutare in questa situazione il numero effettivo dei malati di Tubercolosi rispetto allo scorso periodo pre-covid, così come i malati di Lebbra: vorrei riuscire anche in questo tempo a trovare il più alto numero di pazienti possibile, questo ci permetterebbe di curarli al tempo giusto.
Per essere sicuri di questa possibilità di piena cura delle malattie dobbiamo aspettare ancora qualche mese, credo, valutando l’andamento del Covid.
Il caldo e’ cominciato anche se da qualche giorno e’ diminuito a causa dei monsoni e sta già incominciando la grande umidià e il continuo allagarsi delle case che avviene in misura maggiore per la condizione scadente delle abitazioni.
I nostri malati hanno bisogno di riposo, di pulizia, cibo con vitamine e proteine e nelle loro case non si trova nulla di tutto questo. Continuiamo a cercare di far comprendere loro la necessaria utilità del ricovero, speriamo in bene.
Il prezzo delle medicine e’ notevolmente aumentato e io non me la sento di abbandonare alcuni pazienti che sono diventati malati cronici a causa degli esiti della Tubercolosi e che faticano a respirare .A volte sembra che non si possa proprio riuscire a controllare tutto, ma se vogliamo curare una persona , lo dobbiamo fare nel suo insieme e quindi curare tutto con il nuovo che ci si presenta nel tempo.
Grazie alla vostra offerta ho potuto già far fronte alle spese farmaceutiche, ho comprato le medicine per il mio uso quotidiano sia per l’ospedale che per i dispensari che faccio ogni giorno in giro per Khulna.
Vi ringrazio ancora di cuore per la vostra generosità e attenzione al nostro Progetto, sicura che l’amicizia che è nata continuerà nel tempo, così come il mio ricordo costante nella preghiera.
Un abbraccio grande
Suor Roberta
É disponibile il Libretto Fotografico “Le mie mani saranno le tue” che racconta l’esperienza in Bangladesh di Suor Roberta!
Per informazioni su come reperirlo, contattare il Centro Missionario Diocesano.
Mail: missio.forli@gmail.com
Telefono: 3397049412
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